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al mercato di via quirra

Cagliari, sabato mattina, ore 8.00.
Via Quirra è periferia di Is Mirrionis, tra San Tropez e la piazza Miracolosa. Qui giace, tra alberi e palazzine, il mercato di via Quirra.  Gli altri mercati di Cagliari hanno il nome che profuma di incenso e trasuda miracoli: il mercato di San Benedetto, quello di Sant'Elia e di San Bartolomeo.  Anzichè Quirra potevano chiamarlo San Michele, dal colle che spunta alle sue spalle. E invece no, Quirra. Il primo mercato laico che sorge nella città, molo del Golfo degli Angeli. Il mercato lo raggiungi da via Cornalias o da via Is Mirrionis. Il parcheggio verso la via Cornalias è semivuoto, mentre  nelle strade del circondario le macchine sono parcheggiate in doppia fila. Se le strisce blu allontanano la clientela, le modalità di pagamento del pizzo imposto dal comune li allontana ancora di più.  Tu prova a parcheggiare!  Scendi dalla macchina  e inizia  a cercare  il personale addetto ai parcheggi. Come cercare i funghi porcini nella spiaggia del poetto nel mese di agosto. Il vigilante o  il vigile comunale, la rara volta che c'è ti indica svogliato  dov'è situata  la macchinetta dei biglietti. In pratica dall'altra parte dell'universo, giusto per facilitare la digestione ai cittadini.  Allora devi entrare  nel mercato dalla prima porta a sinistra,  quella de pesce. Come apri la porta, tirandola verso di te, vieni investito da un tir di rumori, suoni,  urla, sussurri, cantilene, cori. E da un tifone equatoriale di profumi e odori. "Triglie fresche....diammo le cozze belle...spirrittu e maccioooni bellu.....! I banconi del pesce sono simmetrici come le navate della Basilica di Bonaria. Pesce spada, salmone, anguille, murene, gamberoni, astici, muggini, ghiozzi, triglie, paraghi e saraghi. Fai una prova di acquisto. Quando paghi il resto dei soldi ti viene allungato da una mano collosa di pesce, l'odore te lo porterai fino in casa, e sarai untore con tutte le persone che incontrerai e stringerai la mano.
Per trovare le macchinette-sputa biglietto del parcheggio devi camminare fino in fondo al mercato, lasciandoti alle spalle i banconi della carne. Carne equina, suina, ovina, salsicce, maiali decapitati, quarti di bue, conigli e pollame, fino all'ultimo banco sulla sinistra che esplode di profumi farinacei e semolosi. Il pane di mia cugina Caterina, maestra di panara e pizza. Di fianco a Giorgio, lord inglese con il baffo infarinato, che sta alla cassa. Dietro la porta vetrata che indica l'uscita c'è finalmente la macchinetta dei parcheggi.
Ricapitolando. Parcheggio, cinque minuti per raggiungere la macchinetta e cinque minuti per tornare alla macchina ed esporre il tagliando e altri cinque per raggiungere Massimo e la sorridente moglie e acquistare due petti di pollo a fettine e due hamburger.
Quirra è un mosaico di colori popolari,  di volti scavati dal tempo e consumati dal vento. Di portafogli sottili, di pensioni a tre cifre. Ma anche di opposti. Come l'obesa madama nel tailler floreale, un armadio a due ante sorretto da due piedi quaranta su dodici centimetri di tacco. Come sposta le buste  i bracciali dorati rumoreggiano ed il riflesso degli anelli quasi abbaglia il pescivendolo. Due chili di gamberoni, grossi e rossi che scoppiano di salute,  ed allunga al pescivendolo 70 euro, quanto la famiglia Pistis spende per la spesa di una settimana.
La signora di sinistra, minuta e nera come le seppie, e con il fegato di un muggine della Scaffa, la guarda con con grande soddisfazione: Hha comprato due chili di pesce fresco per la frittura. Dieci euro ha pagato,  alla faccia dei gamberoni e della signora degli anelli.
Facce insolite in via Quira, nere come i mori, barbe ispide, occhi scavati, scuri, insonni. Aliti mortali e denti rifatti, denti dorati, denti persi e finestroni in mezzo alla bocca.
Quirra pulsa di dignità silente, tra i palazzoni popolari, si sente l'anima del cagliaritano abituato a vivere alla giornata e questo come tutti i sabati è la vigilia della giornata di festa. Le paste, il pranzo, il caffè, il mirto, la partita del Cagliari. Eppoi per finire la tristezza ed il magone della domenica sera. Cagliari vuota, nuvolosa in attesa del lunedì.

al mercato di via quirra
Via Quirra è periferia di Is Mirrionis, tra San Tropez e la piazza Miracolosa. Qui giace tra alberi e palazzine il mercato di via Quirra. Gli altri mercati di Cagliari hanno il nome che profuma di i
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Cucina per tutti

Qui potete trovare una cucina sana, genuina, legata al territorio.

 

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L’aceto e la peste
Nel Trecento la peste invade  l’Europa uccidendo un individuo su tre, e fino al 1700 non c’è anno in cui, non si accenda un focolaio di questo tipo di epidemia. Nella profilassi verso i primi del '700 si ripone fiducua nel rimedio attraverso l'aceto. Nel 1720, anno dell’ultima grande epidemia dell’Europa occidentale, gli abitanti di Marsiglia si difendono dall’aria che “genera febbri” tenendo in mano una spugna imbevuta d’aceto che viene inalata di continuo e, da parte dei medici, “attaccata al naso” senza respirare mai con la bocca e senza inghiottire saliva. Insieme ai  dottori segue  un infermiere che porta una bacinella  di aceto dove il medico ripetutamente immerge le mani prima di toccare  il malato.A mo' di acquasantiera. Poi, quando la peste rallenta, si fa  l'genizzazione dei locali pulendo con aceto i muri delle case infette.

Cantina

Cheyenne: Jane, ti posso chiedere una cosa? Perché hai fatto scrivere 'cuisine' all'ingresso della nostra cucina? Lo sappiamo benissimo che c'è la cucina, lì. 

il cuciniere

 

non conosco
la mia vita e le mie creazioni
tutto quello che mi è dato sapere
è che il mio passato mi viene dietro
come il cameriere attaccato
a fumanti piatti di portata
quanto alle mie creazioni
non è che ne sappia molto di più della loro fine
restano solo tegami da pulire
lana d'acciaio e sapone per piatti
d'altronde è quello che mi merito


 

 

 

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